Storia

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Questo palazzo costruito dai Pignatelli nei primi anni del Cinquecento, passò poi ai Filangeri, avendo Giulia Pignatelli sposato Francesco Filangeri, di cui si conserva la tomba in San Domenico, fra i resti della antica basilica di Santa Croce.
Posto nel pittaglio (quartiere) di San Marco, quasi a segnare il confine tra la via della Spina di Cristo (A. Prologo) e la strada di Santa Teresa (terzo tratto di Via Ognissanti) fu ristrutturato nel 1772. Di particolare questo edificio ha il fatto di aver inglobato nella sua struttura parte delle mura cittadine che all'epoca poggiavano sugli scogli del mare.

Di impianto rinascimentale, conserva all'interno un giardino che un tempo occupava parte del fondo stradale dell'attuale Via A. Prologo, il cui marciapiede irregolare sta a segnare il limite di un portico scomparso ormai da qualche tempo.

Dei vari personaggi che si succedettero in questo palazzo va ricordato il Principe Cesare Filangeri, marito di Costanza Lambertini, figlia del grande mercante bolognese Nicolantonio Lambertini, che seguì Carlo V nella spedizione di Tunisi trovandovi la morte (1535). Qui abitò anche l'illuminista Francesco Laghezza, precettore di Ettore Carafa, eroe liberatorio che si batté con i francesi, prima di essere coinvolto nei fatti del 1799. Nel vicolo alle spalle di questo palazzo vi è tuttora lo stemma di casa Pignatelli (tre pignatte). Lo stemma, invece, dei Filangeri (croce rastrellata) trovasi scolpito su alcuni altari della chiesa di Santa Chiara.
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